Meglio di così non poteva andare. La Ryder Cup 2023, la prima disputata in Italia (la terza fuori dalla Gran Bretagna) è tornata nelle mani del Team Europe. Un trionfo della squadra del Vecchio Continente ma anche una vittoria del Belpaese, del circolo ospitante, il Marco Simone Golf & Country Club, della Federazione italiana golf (presidente Chimenti in primis) e di tutta la macchina organizzativa.
Al di là del grande risultato sportivo, la 44esema edizione della prestigiosa competizione è stata un incredibile spot per la Capitale e per tutto il movimento golfistico, ammirato da milioni di persone in tutto il mondo.
A questo si aggiungono le oltre 270.000 presenze in tutta la settimana che hanno favorito il business commerciale dei vari settori dedicati all’accoglienza e alla ristorazione senza dimenticare le migliaia di giocatori che hanno avuto l’occasione di scoprire, e apprezzare, i magnifici percorsi golfistici della città come il Parco di Roma Golf Club sul quale ha giocato anche il campionissimo della racchetta Novak Djokovic impegnato poi nello “All Star Match” che ha preceduto l’inizio della Ryder Cup.
Così, tornando alla cronaca sportiva, due nordirlandesi, uno spagnolo, uno scozzese, un norvegese, quattro inglesi, un austriaco, un danese e uno svedese, riuniti sotto la bandiera del Team Europe, hanno riportato la Ryder Cup nel Vecchio Continente.
E’ stata una prova corale quella della squadra capitanata dall’inglese Luke Donald, che ha incarnato lo spirito di unità e carattere, ai quali aspira l’Europa anche in altri settori.
La matematica certezza della vittoria è arrivata da Tommy Fleetwood, da Southport, uomo decisivo come a Parigi cinque anni fa quando divise la gloria con Francesco Molinari, oggi tra i vice capitani per la prima volta in lacrime, come sottolineato dallo stesso, su un campo da golf.
“E’ stata la vittoria dell’unità – ha sottolineato Edoardo Molinari, un altro dei vice capitani di Donald – Gli americani non riescono a capire quanto sia importante l’unione, loro sono troppo individuali, noi siamo un gruppo e la nostra è stata la vittoria del gruppo”.
Cori da stadio hanno accompagnato la tre giorni di gare con il circolo di Guidonia riempito all’inverosimile da migliaia di appassionati che dalle prime ore dell’alba al tramonto hanno sostenuto e incitato il Team Europe. “Abbiamo 12 leggende, 12 gladiatori ma grazie a voi – ha dichiarato capitan Donald durante la premiazione rivolto al pubblico – siete stati fantastici”. Da parte sua, Donald vanta un curriculum invidiabile nella Ryder Cup: da giocatore ha vinto quattro delle quattro Ryder a cui ha partecipato e ora ha aggiunto la vittoria come capitano.
Se nelle prime due giornate il vantaggio dell’Europa sembrava incolmabile, nei singoli, le vittorie di Viktor Hovland, Rory McIlroy e Tyrrell Hatton hanno tenuto a distanza gli americani in netta ripresa dopo le prime due giornate. Poi l’affondo decisivo è arrivato da Fleetwood, che ha conquistato il mezzo punto che manda in visibilio i 70.000 spettatori con tanto di invasione del green prima della fine del match.
“E’ stato un evento epico, memorabile – ha spiegato il numero uno della Federgolf – Non mi sbagliavo: in quasi cento anni di storia, questa si è dimostrata la Ryder Cup più bella di sempre, grazie a un pubblico emozionante e a una città, Roma, unica al mondo”.
Insomma, la Ryder romana ha portato e porterà risvolti positivi: 70.000 camere prenotate in questa settimana e un indotto che sfiora il miliardo di euro. E la promozione del golf, a cominciare dalle scuole. Il progetto Ryder, infatti terminerà nel 2027 e le ricadute non possono che essere positive. Nel 2025 sarà dura poiché si tornerà a giocare negli Stati Uniti, sul Bethpage Black Course, poi nel 2027 di nuovo nel Vecchio Continente quando la Ryder Cup approderà in Irlanda.
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